sabato 10 aprile 2010

Solo l’uomo penintente potrà passare

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Sono di ritorno da una 11 ore non stop + mattinata del giorno successivo ad

Akihabara…molti dei lettori di questo post la conoscono, o addirittura ci sono già stati.

E’ La mecca del nerd/otaku/geek.

Puoi trovare dal pezzo mancante del pcengine che ti serviva per far funzionare nuovamente la macchina, al giocattolo di carletto principe dei mostri di secoli fa.

Ma è anche un campo dove viene messa alla prova la resistenza dell’appassionato.

E per resistenza si intende quella fisica…

Akihabara ha il potere di ammaliarti e di sfiancarti allo stesso tempo.

Tutto quello che fino a quel momento potevi trovare solo su web, in un attimo è li, al suo prezzo originale…meno, se trovi offerte o usati.

Ma contemporaneamente ti disorienta…così tante cose da comprare, da collezionare, da regalare…tanto che a volte ci si perde e ci si blocca nell’acquisto.

Non fai in tempo a vedere un oggetto del desiderio, che subito alle tue spalle se ne annida uno migliore, più sfavillante e a miglior prezzo.

Ci vuole un po’ per ripigliarsi…la botta iniziale di Akiba è sempre forte.

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L’impressione generale, causata anche dalla struttura fortemente dungeonesca del quartiere, è spesso quella di essersi persi qualcosa, di aver lasciato indietro il negozio, il pertugio con l’occasione imperdibile (e spesso non è un impressione…Akiba è ZEPPA di micronegozi con l’offerta speciale, col gadget che cercavi, con l’ultimo pezzo rimasto di qualcosa)

A fine giornata, si è proprio sazi. La mattina dopo, si ha il desiderio di fiondarsi nuovamente li.

…Ad ogni modo, è un esperienza incredibile, notevole, probabilmente unica al mondo nel suo genere,  anche se non si è appassionati, a mio parere.

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martedì 6 aprile 2010

Tokyo wo Nerae!

Siamo in viaggio per Tokyo…

Tutte le sottoquest completate e decine e decine di chilometri macinati a piedi ora sono alle nostre spalle.

L’ultimo giro è stato molto fruttuoso.

Abbiamo deciso la nostra meta salendo sulla torre di Kyoto, e Green ha esplorato la skyline della città con l’apposito binocolo (o con la supervista? non ci è dato saperlo)

In distanza, ha adocchiato una zona con un enorme statua, circondata da un parco coi ciliegi fioriti.

Ci siamo ritrovati infatti in pieno hanami , con gruppetti di studenti, impiegati, coppiette impegnati a rilassarsi sotto i ciliegi.

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sotto i ciliegi, dopo la salita dall’ Hanami

Abbiamo imitato i locali e ci siamo goduti anche noi (pur non avendo il posto prenotato) un po’ di sano relax, mangiando un po’ di spuntini tipici da sagra, tipo spiedini di vario tipo.

Erano presenti anche i giochi classici da anime, il tiro a segno, la pesca delle rimbalzine e cose così.

Abbiamo fallito la sottoquest “accarezza tutte le statue delle divinità e guadagna merit points" e alla fine ci siamo accontentati delle proprietà mediche certificate del dio bovino, Temmangu.

Sotto le singole statue c’erano le ISTRUZIONI su come carezzare correttamente le statue XD

Finita la festa della fioritura, a separarci dal bosco, abbiamo finalmente trovato la statua della dea Kannon, nostra meta finale.

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Sulla via del ritorno non ho mancato di assestare gli ultimi colpi ben mirati al mio stomaco, puntando all’ennesima bibita ignota.

Quella dei cattivi di Kamen Rider

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quando il male sa essere rinfrescante!”

lunedì 5 aprile 2010

Nato sotto il segno dei Benji

 

Stamattina ci siamo decisi a visitare il museo internazionale del Manga.

Più volte siamo stati tentati di visitarlo, trovandosi a due passi dall’albergo.

Ma prima, colazione!

Konagio

Un vero professionista sa unire il bisogno naturale della colazione a una attenta citazione.

 

Quindi, bando alle ciance, ecco una breve descrizione più testuale che fotografica del museo, visto il divieto di fare foto (che violavano almeno una o due volte un po’ tutti, in  realtà, per fotografare la tavola o il fumetto preferito)

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Pronti a entrare!

Il museo è ricavato da una scuola preesistente. la sua struttura quindi è quella tipica, seppur parzialmente rivista, con pavimenti in legno e vetratone (si parla di scuola molto vintage).

Il primo piano ha una piccole esposizione di cel di anime recenti (i questo caso era presente Eden of East, con primo episodio trasmesso su un grosso LCD), e di pubblicazioni di manga in altri paesi del mondo (nella sezione italiana erano presenti anche manga tradotti da Violet!).

Il secondo piano era probabilmente il più interessante, presentando una piccola rappresentazione di quelli che potevano essere antenati dei cartoni animati…

Dei figuranti facevano scorrere delle tavole disegnate, raccontando in maniera ultra convinta gli eventi sopra rappresentati. Il fumetto rappresentato (direi nel senso teatrale del termine) era Ogon Bat (Fantaman)

Il resto del piano si divideva tra un mega stanzone-biblioteca, con una catalogazione per anno (sono nato nell’anno di Captain Tsubasa, Holly e Benji!!), e micro dimostrazioni sulle tecniche di realizzazione, tecniche di vendita, ripartizione dei compensi dei fumettisti, volumetti più venditi di sempre (il primo era one piece), merchandise e penetrazione dello stesso (l’esempio più lampante rappresentato era Haruhi)

Altre stanze ospitavano assaggi di fumetto francese, europeo, americano, e collaborazioni interculturali.

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C’è di tutto…dalla tazza al modellino della macchina tunata di Haruhi

Va sottolineato che l’intero albergo era un museo/biblioteca, quindi era possibile prendere quasi qualsiasi fumetto, anche quelli anni 50 e leggerselo in giardino all’aperto, nella totale fiducia (per intenderci: rubare sarebbe stato FACILISSIMO), quindi il museo era costellato, in qualsiasi zona, anche in quelle di visita, di persone che leggevano qua e la.

Con una tessera mensile è possibile accedere liberamente alla biblioteca quindi e leggere intere serie in volumetto.

Scoperte del giorno nel giro commerciale:

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La chitarra mitra! Sa unire la ciappinosità di un giocattolo busta sorpresa a un ergonomia tutta da provare!

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Negozio di armi Airsoft!

Oltretutto siamo stati in un negozio di gadget che vendeva cose come caschi da moto di Eva…

alla prossima!

domenica 4 aprile 2010

Wandering in Kyoto

Ieri abbiamo fatto tappa a un punto tradizionale per ogni turista che si rispetti, il Kinkakuji!

Tutto d’oro immerso il un bel lago zeppo di carpe!

Sul ritorno, abbiamo deciso Di usare le nostre gambe, invece della navetta, visto che all’andata eravamo molto “concentrati”…

Il tragitto è stato molto interessante, un po’ fuori dai percorsi turistici, e ci siamo gustati un po’ della pace di Kyoto, lontani dalle strade trafficate.

Ci siamo imbattuti in un negozio Vintage giappo, pieno di pubblicità vecchie, vinili di Versaiiles no bara, Cyborg 009, Yamato , di tuto di più.

Green si è comprata una targa pubblicitaria a scopo arredo, e abbiamo proseguito.

Dopo aver pranzato nel locale “contatti umani zero” (si ordina attraverso una macchinetta, e passi il bigliettino al commesso), abbiamo continuato la nostra marcia per tornare all’albergo.

In albergo ci siamo un po’ ricomposti e siamo ripartiti per la galleria, nonostante le gambe chiedessero pietà.

Come al solito ri-esplorando la galleria sono saltate fuori mille cose che non avevamo notato.

La prima sicuramente le tinture per capelli pubblicizzate dai personaggi di.. Worst? non seguo il fumetto, non saprei…ma di sicuro sono dei tamarri XD

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tinture per capelli da vero maranza…

Dopo le pescate di gashapon di rito e l’ennesimo epic fail agli ufo catcher, siamo tornati dallo zietto degli okonomiyaki.

Anche oggi non ci siamo sentiti abbastanza expati da affrontare il King Size, e abbiemo ripiegato, io e Black, su un Bacon and cheese , mentre Violet e Magenta su una porzione uber size di noodle alla griglia:)

Uscendo ci siamo accorti che lo zietto aveva approntato, per i clienti in attesa, un paio di sedie fuori dal locale, con in bella mostra, sfogliabile, la sua collezione di volumetti di Hajime no ippo

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Sulla strada del ritorno abbiamo incontrato il furgoncino dello zietto delle crepes (stavolta non un nome dato da noi, ma proprio il nome del negozio) dove io e Violet abbiamo avuto modo di gradire Crepes dall’ottimo impasto ma dalla farcitura un po’ povera (soprattutto se paragonata con quelle strapiene di Nara!)

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Il chiosco dello zietto, costruito all’interno di un fungoncino Volkswagen

Infine siamo tornati in albergo.

Mi sto rendendo conto che nonostante tutti i nostri sforzi, la stanza si sta incasinando sempre più di modellini e riviste.

Ah, si , in mattinata ho visto che trasmettevano Dragonball Kai XD

Lost in Kyoto

Dopo il freddo glaciale dei giorni scorsi che ci ha quasi trasformato in pinguini, la giornata di sole di oggi ci ha spinto a recarci in una delle mete più classiche di Kyoto: il Kinkakuji, un tempio rivestito in oro (senza il sole, il tempio perde parecchio il suo appeal). Abbiamo iniziato rifornendoci di carboidrati da Starbucks, per poi dirigerci con convinzione verso la fermata del bus che ci avrebbe portato al tempio. Durante il tragitto abbiamo approfondito la conoscenza con alcuna gente del luogo, visto che nel bus eravamo pressati come sardine. Una splendida occasione di contatto umano. Parecchi minuti, chilometri, gocce di sudore dopo, siamo arrivati alla nostra fermata. Una nota: la voce dell’artista meriterebbe un file sonoro, era indescrivibile mentre pronunciava i nomi delle fermate. Sembrava un incrocio tra un attore porno, un uomo scazzato e un atleta che ha appena finito di correre la maratona di New York.


Scesi dall’autobus, abbiamo cercato la direzione per il Kinkakuji e in un’occasione ci siamo dati all’attraversamento selvaggio della strada ignorando il semaforo (con una certa vergogna da parte nostra, visto che qui NESSUNO lo fa). Alcuni di noi, in un momento di follia, hanno gridato ridendo “siamo italiani” e io ho ringraziato di poter nascondere la mia testa sotto il cappello a forma di cervo che mi sono comprata ieri per il freddo terribile (non che portare un berretto a forma di cervo sia meglio che gridare “siamo italiani” :D). Tra parentesi, durante l’attraversamento, Dark si è fermato un istante in mezzo alla strada per far passare una ragazza in bici e io ho osservato:

“Be’, quella ragazza avrà pensato che siamo degli zoticoni che non rispettano il codice della strada ma che almeno siamo gentili”.

E Dark: “Macché gentilezza, l’ho lasciata passare solo perché era carina, altrimenti non la facevo mica passare!”





Vabbè, andiamo avanti. Dicevo, ci siamo diretti al Kinkakuji. Lì abbiamo scattato un sacco di foto perché il posto era bellissimo. Dark non era a suo agio perché la luce del sole è il suo punto debole, un po’ come il giallo per le lanterne verdi. Appena poteva, si infilava sempre in un posto all’ombra. Abbiamo pranzato in fretta in uno di quei posto dove prima paghi scegliendo da un menu automatico e poi consegni lo scontrino al commesso del locale che ti dà le cose tipo fast food, e abbiamo avuto l’idea di tornare in albergo a piedi, facendoci un giro panoramico della città. Green, che come ho già scritto in un post precedente subisce forti danni ai suoi superpoteri quando si trova in un posto creato dall’uomo, non si sentiva molto bene.
Una volta che siamo arrivati in prossimità dell’albergo, è corsa con Dark in camera, mentre noi abbiamo tentato di andare a visitare il Nijo Castle ma era chiuso (qui le attrazioni turistiche chiudono prestissimo! Il Nijo Castle chiudeva alle 16). Durante la nostra camminata panoramica è da osservare che abbiamo visto parecchie cose incredibili, tra le quali il signore il cui lavoro consisteva nello stare seduto su una sedia vicino a un attraversamento pedonale e reggere un cartello… mobbing?

La sera, stremati ma felici, per la terza volta abbiamo tentato di andare da Animate, e stavolta ce l’abbiamo fatta! L’emozione di mettere piede lì dentro era fortissima, ma non c’erano bei gashapon, il che è gravissimo: oggi è Pasqua, invece dell’uovo volevamo aprire un gashapon! Dopo una gustosa cena a base di okonomiyaki, gli altri si sono scofanati dolcetti vari comprati in uno hyaku yen shop, io mi sono diretta dallo “Zietto delle crepe” (traduzione letterale del titolo sull’insegna) e mi sono presa un Ice choco & banana, una cosa buonissima O__O La serata si è conclusa con un ritorno trionfale in albergo, polpacci doloranti ma tutti felicissimi!

Ah, una nota. Durante la giornata abbiamo assaggiato un mochi comprato in un negozio. E’ TOTALMENTE insapore! Il suo gusto è “non sa di niente”! Secondo Dark il superpotere del mochi è che quando lo mangi ti toglie la capacità di percepire sapori per una settimana.

Per concludere... Dannato ranger Magenta! Continua a vantarsi del suo pupazzo di Rilakkuma!

sabato 3 aprile 2010

Currytopia in Nara!

Stamattina, dopo i tradizionali debuff da Starbucks (nel mio caso double caramel cappuccino con Sugar donut) siamo partiti alla Volta di Nara.

A guidarci , un autista dalle strane gestualità.

Seguitava a indicare prima la tabella degli orari, quindi il binario libero davanti a se, quasi a sfidarlo.

Alla fine ha vinto il binario, e siamo arrivati in ritardo di un paio di minuti (che per un italiano non è un ritardo, è un miracolo, ma lui a momenti si scusava).

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Verso il futuro, guidati dallo sciamano del treno

Arrivati a Nara, prima della consueta visita di rito ai templi, ci siamo infilati in un game center, dove ho perso innumerevoli stipendi agli ufo catcher (che droga –_-).

Mi sono arreso dopo l’ennesimo tentativo di pescare il peluchino di kimi ni todoke. Epic Fail.

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“Si dice che sia spettrale, che riesca a vedere i fantasmi, e che sia imprendibile nell’ufo catcher”

Dopo essermi pompato di karma negativo, ci siamo quindi diretti verso il parco di Nara, Pieno zeppo di cervi amichevoli e famelici di biscotti, cartine, sacchetti, pezzi di carta, insomma qualsiasi cosa non fosse inchiodato o stesse andando a fuoco.

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“Green è l’unica in grado di tenere a bada i cervi”

Dopo mezz’oretta di camminata, punteggiata da regolari soste alle macchinette delle bibite Siamo finalmente giunti al Todaiji.

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Il Todaiji appariva ancora provato dalle azioni nefande di pink di 2 anni fa, che aveva rovesciato crema per le mani sulla scalinata, per errore. “perdite sostenibili”

comunque il buddone e i suoi amici apparivano ancora belli in forma.

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Da segnalare l’apparizione di sento-kun, la versione piaciona-lasciva-yaoi, che fa perdere la testa alle ragazzine e ammicca alle mode giovanili

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Pochi sono capaci di resistere alle avances di Sento kun

Il Sole tramonta, il vento ci sferza la faccia e scompiglia le fluenti chiome di Ranger.

Verso la prossima avventura (doccia VS materasso: chi vincerà?)

Anche nel prossimo episodio: Rokunangeeer Kick!

Verde come Green

Oggi siamo andati in uno dei luoghi in cui il potere di Green è più forte: Nara. Green infatti trae i suoi poteri dalla natura e dovunque ci sia un cane/gatto/animale qualsiasi, si dice sviluppi una forza da Ercole e acquisisca la capacità di parlare il linguaggio di qualsiasi animale. Forti del fatto che tra le onnipresenti nubi si intravedeva qualche timido raggio di sole, ci siamo fatti coraggio e ci siamo diretti verso questo luogo incantevole, popolato da moltissimi cervi, che circolano liberamente in mezzo ai turisti (e se non stai attento, divorano qualsiasi cosa tu tenga distrattamente in mano… a me due anni fa hanno divorato una pubblicità avvicinandosi senza che me ne accorgessi). Green ci ha dato dimostrazione dei suoi superpoteri avvicinandosi senza esitare ad alcuni esemplari di cervi e usando le sue mosse segrete per nutrirli senza essere allo stesso tempo assalita da loro. Ha anche fatto amicizia con numerosi esemplari di razza canina. Una giornata intensa! E non sono mancate le crisi. Se Green è perfettamente a suo agio in ambienti naturali, nei luoghi costruiti dall’uomo i suoi superpoteri svaniscono, e così è caduta impietosamente sulla scala mobile della metropolitana, tra l’altro lamentandosi vistosamente di non essere stata soccorsa da noialtri ranger, che purtroppo in quell’occasione abbiamo fatto un tiro di Percezione ma il risultato è stato Epic Fail.

Ah, sì. Dicevo che siamo andati a vedere Nara. A parte i cervi, siamo andati a visitare il Todaiji, il tempio con il Budda più grande di tutto il Giappone! Ma la vita di un ranger non è facile. Anche se a voi può sembrare che siamo qui a divertirci, in realtà siamo in lotta continua. Contro il freddo cane, per esempio (Green si è messa addosso sei strati di vestiti ma non sono serviti!). Contro la fame, costretti ogni giorno a individuare deliziosi locandini dove soddisfare le nostre necessità fisiche di sostentamento. Contro le dissidie interne: durante la nostra visita a un altro luogo esemplare della cultura giapponese, una sala giochi, a Magenta è stato regalato da un individuo assai poco raccomandabile il premio che aveva appena vinto. A che gioco giochi, Magenta?! Sta dalla nostra parte o dalla Loro?! (Ma Loro chi?!) Comunque siamo tutti tremendamente invidiosi qui. Confesso di aver goduto come non mai vedendo Magenta che durante la cena ha rischiato (purtroppo senza farcela!) di sporcare il suo peluchone di Rilakkuma nuovo di zecca. Dannato Magenta! Eppure avevi giurato di combattere per la giustizia! Io il mio premio all’Ufo catcher me lo sono sudato, mica come te che non hai fatto un tubo e poi arriva uno qualsiasi (anzi, un teppista) che ti molla il suo premio! Ma non avrai vita facile. Chiudo qui.